SKIN ON MY WAY: Trebisacce incompiuta tra Architettura e Arte Digitale

[a cura di]: Felice Gualtieri-Francesco Delia

exhibition presso LABOFF dal 23 al 31 agosto 2013

SKIN ON MY WAY, letteralmente “Pelle sulla mia strada”, è un'azione di immaginazione che deriva dal camminare per strada a Trebisacce, osservando.

I bersagli della nostra immaginazione sono oggetti architettonici e manufatti complessi incompiuti, appartenenti tutti all'accezione più generale di “spazio pubblico”.
Sono oggetti incompiuti perché lo sguardo non ritrova, alcune volte, una funzionalità associata, altre volte perché la funzione non è denotata da strutture che raccontano un'esigenza.

Sono oggetti incompiuti perché non legano i luoghi della storia di una comunità alle attuali configurazioni sociali della stessa.

Sebbene la percezione legata alle opere incompiute sia normalmente negativa, SKIN ON MY WAY vuole invece ridare fertilità e potenzialità ai grigiori delle varie tipologie di abbandono: non è un concentrarsi sulle negatività e non è un volere creare nuovi luoghi comuni negativi su un territorio già abbastanza compromesso e vessato, ma una sfida per ricreare un'immaginazione ed un immaginario collettivo condiviso.

Non siamo sospinti da volontà demolitorie, ma pensiamo ad una patrimonializzazione del già esistente attraverso una operazione onirica comunitaria che sappia liberare l'inerte e affidargli nuove estetiche e significati.

PRESS

Small Talk / Small zine n° 8 : 

001_CAVALCAVIA DI VIA FIUME - PARCHEGGIO/AUTOSTAZIONE

Spazi pubblici molto utilizzati: il primo da chiunque voglia raggiungere il mare a piedi, il secondo dagli studenti pendolari, dagli universitari e lavoratori emigrati o in trasferta, dai turisti e lavoratori immigrati. Rispetto al loro uso e alle condizioni socio-economiche di Trebisacce, sono gli spazi pubblici forse più importanti della città. E' un incompiuto per  mancanza di strutture denotanti.

L'idea di allestire SKIN ON MY WAY in località 104, nella sede di un progetto sperimentale come quello dei Laboratori Esterni, si inserisce nel medesimo solco di intenzioni: invertire la semantica dei luoghi per liberare nuove dinamiche del senso, attraverso l’uso consapevole dei nuovi sistemi e delle tecnologie che il XXI secolo ci mette a disposizione; noi crediamo, infine, che anche un evento può cambiare la percezione delle cose, deviare i ritmi consueti e far partire delle idee, che da margine, come per magia, assumono il ruolo di centralità.

002_EX-FORNACE DI LATERIZI ALETTI/CARDAMONE – NUOVO POLO MUSEALE “LA FORNACE”

La sua storia d'uso è conosciuta ed ha caratterizzato l'evolversi della socialità trebisaccese per tutto il '900. E' un simbolo evidente del passato che si staglia nell'orizzonte del quotidiano cittadino, ma la sua permanenza è rimasta negli anni vuota, senza un reale legato con  la storia presente, un significante privato di nuovi significati e ammirabile soltanto per il suo sbiadito indicare. E' un incompiuto per inaccessibilità.

SKIN ON MY WAY vuole essere allora non più di un catalizzatore di sogni e utopie, tanto più perché nella nostra proposta anche l'immaginario è ancora incompiuto essendo opera di singoli, che da sola non assurge a totalità comunitaria ma solo a stimolo che invita all'esercizio immaginativo e a considerare la natura transitoria di ciò che apparentemente sembrerebbe immobile. Siamo partiti dalle fotografie dello stato attuale degli oggetti architettonici incompiuti, cercando anche di rappresentare l'impatto che essi hanno nella vita ordinaria della comunità, per testimoniare l'emergenza... ma l'urgenza non è la testimonianza, bensì l'evoluzione.

003_MERCATO COPERTO

La struttura, molto probabilmente, racconta di una volontà regolatrice, di un centro ordinatore all'interno di un quartiere per lo più disperso e in divenire. Racconta anche di un'esigenza di evoluzione igienico-commerciale dei mercati ittici e ortofrutticoli. Ma così come non apparteneva alla storia cittadina, allo stesso modo il suo esistere non è mai stato integrato nelle dinamiche di vita della città. E' un  incompiuto per negazione.

Attualmente, il progetto più generale dell’era digitale tarda a rendersi chiaro: esercizi, tentativi e anche numerosi fallimenti si addensano senza una composizione chiara; come all’interno di un paesaggio non-definito, incompiuto potremmo dire, non emerge una definizione univoca della direzione che stiamo percorrendo; l’architettura stessa, ancora, non riesce a trovare la propria configurazione, per un’epoca già iniziata ma ancora apparentemente in uno stato onirico, come trasognato. Ed è infatti il sogno, l’allusione, l’invito nascosto, che si celano dietro le immagini delle composizioni: animali, uomini ed uccelli suggeriscono paesaggi futuri forse diversi dal senso comune che ci aspettiamo da un possibile progresso.

004_PARCHETTI DI 108

Giardini attrezzati per lo sport e lo svago situati al km 108 della ferrovia Sibari-Metaponto. E' uno spazio pubblico di cui tutti hanno una memoria positiva, peccato che il mare non abbia lasciato spazio alla sua evoluzione! Incompiuto per destino.

Ora, se l'immaginario è uno sguardo, esso può manifestarsi attraverso un progetto che si fa con la centralità della buona architettura. Ma favorire l'architettura è uno dei compiti più difficili per una comunità. Utilizzare strumenti adeguati è una premessa necessaria per ripristinare la centralità dello spazio pubblico e della visione immaginativa. Uno strumento importante, per esempio, potrebbe essere il concorso di idee, attraverso il quale le amministrazioni potrebbero dotarsi di elaborazioni aperte con al centro l’interesse per lo spazio pubblico e per i meccanismi di socialità e partecipazione civica che sono i buoni risultati della nobile arte del costruire. Non solo valutazioni economiche, quindi, ma soprattutto qualitative nei termini di estetica del corpo e dello sguardo che da sola è capace di salvare l'immaginario da un regressione ad uno stato di immobilità. Il progetto d'architettura, attraverso il concorso di idee o attraverso gli strumenti che la normativa nazionale mette a disposizione delle amministrazioni, dovrebbe aiutare a spostare l'attenzione su valori che per troppo tempo sono stati dimenticati. Una comunità ha bisogno non solo di servizi ma di servizi che svelino un immaginario più grande, che siano e si trasformino in progetto, che siano architettura.

005_ZONA INDUSTRIALE

Incompiuto per mancanza di vocazione.

011_BIVIO DI ALBIDONA/ QUARTIERE 104

Vista dall'alto scendendo da Albidona. Ultime curve prima di arrivare nella strettissima piana della marina:  la ss 106 bis emerge con tutta la sua irruenza ed interseca  case abitate in maggior parte  da persone provenienti da Albidona e Alessandria del Carretto. Le abitazioni convergono le une sulle altre azzerando gli spazi di convivialità pubblica, di cui il quartiere, tranne per i casi di autogestione come il campo da bocce , è privo. E' un incompiuto per mancanza.

012_QUARTIERE SANT'ANTONIO

Dal Bastione, fermi sotto la Chiesa di San Nicola di Mira, osservato attraverso la vecchia porta d'accesso all'abitato (la porta dell'Annunziata)  Quella porzione è la parte “ricca” del quartiere, una serie di  strutture adagiate lungo un canale naturale di scolo delle acque. La parte più “popolare” del quartiere, invece, riprende nella storia e nella struttura la configurazione del Bivio di Albidona. E' un incompiuto per eccesso.